Intervento in GC – Welfare State

In merito alla trattanda 11 della seduta del Gran consiglio dell’11 aprile 2022, Mozione 20 gennaio 2020 presentata da Sergio Morisoli e cofirmatari “Benessere e malessere sociale: riformare il “Welfare state” (stato sociale) ticinese” – Messaggio del 18 agosto 2021 n. 8041 – Rapporto di maggioranza del 17 febbraio 2022 n. 8041 R1 relatore: Giorgio Galusero – Rapporto di minoranza del 17 febbraio 2022 n. 8041 R2 relatrice: Lara Filippini, ecco il mio intervento pronunciato in aula. 

Le trasformazioni dei sistemi di welfare sono da sempre accompagnate da cambiamenti nelle concezioni del rapporto tra individuo e società. Gli orientamenti keynesiani, neo-liberale e i più recenti approcci di social investment hanno guardato a diversi modi di intendere il cittadino, la questione sociale, il rapporto tra diritti e doveri. L’intreccio tra dibattito politico e scientifico, spesso influenzati da orientamenti ideologici, pressioni morali e scopi strumentali, hanno tuttavia prodotto risultati controversi, nelle prassi e nella teoria.

Se il Settecento è stato il secolo dei diritti, l’Ottocento quello della democrazia e il Novecento quello del Welfare State, il nostro, indubbiamente, può dirsi il secolo della questione ambientale. Al centro del dibattito politico, nazionale e internazionale, quest’ultima viene quotidianamente affrontata in articoli, saggi e libri che, per essere conservati e catalogati, richiederebbero intere biblioteche, e il discorso tra i rapporti tra welfare ed ecologia è troppo complesso per essere affrontato in pochi minuti.

Le vaste e rapide trasformazioni demografiche ed economiche che hanno avuto luogo nell’ultima parte del ventesimo secolo hanno prodotto una crisi nel welfare ed una crisi nella vita familiare sia nelle società sviluppate che in quelle in via di sviluppo. Alla base di questi problemi, e tale da impedire l’individuazione di rimedi efficaci, vi è una crisi nell’ecologia umana, un deterioramento dell’ambiente sociale che è evidenziato dal diffuso collasso delle norme sociali. Molti di questi fattori non hanno precedenti nella storia e pongono quindi nuove e difficili sfide per le scienze sociali, la politica sociale, e per il pensiero sociale di ogni orientamento politico. L’associazione tra il crollo dei tassi di natalità nella nostra società (ma, va sottolineato, non a livello planetario), e l’aumentata longevità sta mettendo pressione su tutti i sistemi sociali a cui, in tempo di bisogno, gli esseri umani guardano in cerca di sostegno e sicurezza: la famiglia, le strutture della società civile, il lavoro con i suoi connessi benefici, e l’assistenza pubblica. Sebbene sia urgente e necessario affrontare i problemi legati al profondo mutamento nella proporzione tra lavoratori attivi e popolazione a carico, solo alcune società hanno preso a tale riguardo qualche piccolo provvedimento.

In generale, i responsabili della politica e gli studiosi delle scienze sociali dovrebbero adottare un approccio più “ecologico” alla crisi del welfare, della vita familiare e delle norme sociali. Ovvero, un approccio mirato all’individuazione di metodologie che promuovano la sinergia fra le quattro principali colonne che fungono da sostegno e sicurezza (ed i loro rispettivi criteri di giustizia sociale): lo stato (la giustizia distributiva), il mercato (le pari opportunità), la famiglia (la condivisione), e le strutture di intermediazione della società civile (l’aiuto reciproco e la reciprocità estesa). Il principio di sussidiarietà viene meglio compreso quando viene presentato come qualcosa che mira a liberare l’intelligenza e la creatività degli individui e dei gruppi sociali per lo sviluppo del bene comune.

Dato che la politica sociale nel corso degli ultimi cento anni ha posto l’accento sui diritti individuali a scapito della soggettività della famiglia, si può iniziare a pensare se possano la famiglia e i piccoli gruppi di comunità diventare agenti del suo proprio sviluppo? La famiglia e le piccole comunità solidali tra loro possono essere trattate come un’entità legale? E come possono essere rinvigorite le istituzioni che ruotano attorno e che le sono di supporto, senza soffocare la legittima libertà che è necessaria allo sviluppo?

Un altro discorso che meriterebbe un approfondimento in questo periodo storico per il Ticino è quello del reddito di base, o di cittadinanza. Ma ci torneremo.

Con queste considerazioni, porto l’adesione dei Verdi al rapporto di maggioranza di Giorgio Galusero, che ringrazio.