Sulla pianificazione ospedaliera

Nell’ambito della trattanda 22 dell’ordine del giorno del 18 ottobre 2021 in Gran consiglio, riguardante le iniziative parlamentari:

• 20 giugno 2018 presentata nella forma elaborata da Ivo Durisch e cofirmatari per la modifica dell’art. 66 cpv. 1 della Legge di applicazione della Legge federale sull’assicurazione malattie LCAMal
• 21 settembre 2020 presentata nella forma elaborata da Matteo Quadranti e cofirmatari per il gruppo PLR per la modifica della LCAMal del 26 giugno 1997 (A chi la competenza per l’improcrastinabile nuova pianificazione ospedaliera cantonale?)

– Rapporto del 30 settembre 2021, relatori: Maristella Polli, Lorenzo Jelmini, Raoul Ghisletta, Eolo Alberti

ecco il mio intervento a nome dei Verdi. 

Ciò che sta a cuore a noi Verdi è una sanità pensata per l’essere umano e non per il business. La promozione della salute non può passare solo attraverso misure di politica sanitaria in senso stretto, ma richiede anche una decisa azione politica volta a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Tutto il nostro programma politico va in questa direzione e spazia da temi quali il miglioramento della qualità dell’aria all’agricoltura biologica , dalla promozione del movimento con spostamenti più sostenibili e meno stressanti attraverso i trasporti pubblici e la mobilità dolce, a una maggior giustizia sociale in ambito retributivo. La promozione della salute, in particolare quella psichica ed emotiva, necessita anche di una visione del mondo del lavoro più orientata alla responsabilizzazione e alla solidarietà che alla concorrenza tra lavoratori. È auspicabile avere più tempo libero da dedicare al prossimo e, non da ultimo, è importante promuovere una politica che permetta all’individuo una maggiore conoscenza di sé e del proprio valore nella società.

Anche in Ticino, come nel resto della Confederazione, il settore sanitario è diventato un business molto apprezzato dagli investitori privati e società attive in vari settori, compreso quello immobiliare, e catene commerciali stanno investendo nelle cliniche private, negli ambulatori medici, nelle farmacie, negli studi di fisioterapia ecc. In un settore come quello sanitario, nel quale l’offerta tende a generare la domanda, si finisce così per avere un eccesso di infrastrutture, di prestazioni diagnostiche e di cure che generano un importante aumento dei costi, senza determinare automaticamente un deciso miglioramento dello stato di salute della popolazione. Per contrastare tale evoluzione, che alla lunga non sarà più sostenibile dal punto di vista della copertura dei costi, è indispensabile rafforzare la pianificazione sanitaria sia in ambito ospedaliero che ambulatoriale.

Mentre si sviluppa la medicina specialistica, la medicina di base è sempre più in difficoltà: mancano i giovani medici formati per la medicina di famiglia; nelle valli scarseggiano i medici e si fatica ad assicurare la copertura dei servizi di picchetto. La medicina di famiglia può essere promossa anche con misure di politica su scala cantonale. Occorre anche favorire la formazione pratica di medici assistenti negli studi medici attraverso una collaborazione con gli ospedali. Nelle valli vanno inventate nuove soluzioni, che in parte rappresentano un interessante ritorno al passato.

Alcuni ospedali ticinesi hanno già integrato nei loro servizi alcune medicine complementari, in particolare la medicina tradizionale cinese. Altre forme di terapie complementari potrebbero costituire un valido complemento ai servizi ospedalieri stazionari e ambulatoriali, per esempio l’omeopatia, la medicina olistica o antroposofica, l’arteterapia  etc.

Un aspetto che desta molta preoccupazione è la paventata, scellerata ipotesi di smantellare il reparto di ostetricia, neonatologia e pronto soccorso pediatrico  all’OBV di Mendrisio, un taglio che rappresenterebbe una ferita insanabile per un’intera regione. Non si capisce perché a Lugano rimarrebbero due strutture (ospedali Sant’Anna e Civico) e nel Mendrisiotto neppure una!

Nell’ottica della medicina di prossimità, privare in futuro il Mendrisiotto dei reparti di ostetricia, neonatologia e pronto soccorso pediatrico è inaccettabile. Tali reparti, così sensibili e strategici, sono fondamentali in un distretto e per un distretto che non può essere impoverito sul piano della qualità sanitaria: la sanità pubblica deve essere rafforzata. E mai come in questo periodo difficile per tutti, ci si è resi conto di quanto la prossimità sia importantissima. E di quanto investire nel pubblico sia necessario.

Strappare all’OBV reparti così sensibili, è poco lungimirante nell’ottica della qualità delle cure, della medicina di prossimità e di una medicina finalmente più attenta alle questioni di genere.