San Silvestro è a settembre?

Un camion fa allegria: pensate alla festosa agitazione che doveva esserci in paese quando arriva uno dei camion di Dutweiler, i primi camion della Migros! Ma se un camion mette allegria, una fila chilometrica di tir rende impossibile il vivere di tutti noi, in termini di qualità dell’aria, di traffico e di inquinamento fonico e paesaggistico.

In questo, tutti noi abbiamo una responsabilità…Quando vedo i bisonti della strada sfilare, mi verrebbe la curiosità di guardare dentro i bei teloni, alcuni dei quali andranno poi a creare le borse Freitag…cosa ci troverei? Spesso, il vuoto…e altrettanto spesso, beni non proprio di prima necessità: acqua in bottiglia in un paese che possiede ottima acqua da bere (e ne ha tanta che si permette di sprecarla persino per i gabinetti!), tulipani dall’Olanda, fragole in dicembre e molte altre merci per le quali dovremmo interrogarci se davvero abbiamo un autentico bisogno. Una società dalla crescita continua e folle è una società destinata all’autodistruzione, basti pensare che per garantire il tenore di vita dei paesi industrializzati sarebbero necessarie le risorse di quattro pianeti Terra!

Veniamo ai dati del nostro tempo e del nostro Ticino: i motori diesel emettono quantitativi importanti di CO2 (biossido di carbonio), che contribuiscono ad innalzare le temperature del pianeta per oltre un secolo.

Dobbiamo perciò agire in fretta, pensando però a lungo termine. Dobbiamo dare la priorità a provvedimenti in Svizzera, perché le emissioni dei paesi industrializzati stanno condizionando pesantemente il nostro clima. Un fattore chiave per dare un contributo sensibile per il nostro clima è il traffico pesante e il trasferimento dei flussi merci dalla strada alla ferrovia. Dobbiamo veramente fare tutto il possibile per realizzarlo.

Negli ultimi anni le norme per i gas di scarico dei motori sono state inasprite, le emissioni dei trasporti su strada sono state ridotte. Ma in termini ecologici la ferrovia rimane nettamente la scelta migliore. La ferrovia per le merci arreca minori danni alle persone e all’ambiente rispetto ai veicoli stradali.

Nel novembre 2010 l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha presentato l’ultimo aggiornamento del rapporto sull’evoluzione delle emissioni dovute al traffico stradale per il periodo tra il 1990 e il 2035. Le emissioni complessive per ogni categoria di veicoli sono state calcolate in base ai fattori di emissione di ciascuna categoria.

Secondo il rapporto, entro il 2035 le sostanze nocive liberate nell’atmosfera diminuiscono nonostante l’aumento generale dei chilometri percorsi dai veicoli pesanti (autocarri, autoarticolati, autotreni di oltre 3,5 tonnellate). Stando alle proiezioni, le emissioni diminuiscono soprattutto nel periodo 1990–2020. Si tratta però di valori di laboratorio, difficilmente raggiungibili in condizioni reali – e men che meno nelle valli alpine, dove la realtà si presenta ben più complessa. A causa delle condizioni topografiche occorre tenere conto di altri fattori, quali: in salita i motori emettono di più che in condizioni pianeggianti; il frequente uso dei freni in discesa aumenta l’abrasione dei pneumatici sotto forma di polveri sottili; il ricambio dell’aria manca sovente nelle vallate alpine, inasprendo l’accumulo delle concentrazioni di sostanze nocive.

Inoltre, la diminuzione attesa per le emissioni di polveri sottili si limita a quelle più grossolane e pesanti, con un diametro tra 2,5 e 10 micrometri. Benché il volume complessivo di polveri sospese diminuisca, aumenta il numero complessivo di particelle, perché la diminuzione è meno marcata per le polveri con un diametro inferiore a 2,5 micrometri. Per la salute questo fatto è rilevante, poiché sono proprio le particelle più fini a essere le più nocive. Non è quindi prevedibile che il carico inquinante di polveri sottili nelle vallate rientri entro limiti accettabili.

Nonostante che le emissioni d’inquinanti siano diminuite e altre diminuzioni seguiranno, quelle dovute ai veicoli pesanti rimangono importanti. Nel 2010 circa 14,3 milioni di tonnellate di merci sono state trasportate attraverso le Alpi su strada. Paragonando il carico di sostanze nocive così emesso con quello che sarebbe risultato trasportando le stesse merci con la ferrovia, ne esce un quadro molto chiaro. Sulla tratta Basilea–Chiasso il bilancio della la ferrovia è assai migliore: per tutte le categorie d’inquinanti le emissioni della ferrovia sono inferiori, e per talune addirittura nulle. Anche per l’energia il risparmio è del 75%. Benché nei prossimi anni le emissioni specifiche continueranno a diminuire, il carico complessivo supera largamente quello delle merci trasportate su rotaia!

Laciatemi dire due parole sul pericolo di un raddoppio della galleria del Gottardo: un secondo tubo ci rende facilmente ricattabili! La politica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia verrebbe messa in discussione dall’UE. Non si tratta di un “processo alle intenzioni”, ma di una constatazione che si basa su quanto già accaduto. Nel 1999, durante la discussione degli accordi bilaterali, la Svizzera ha dovuto cedere sul peso massimo dei camion dell’UE che transitano sulle nostre strade, aumentando il peso da 28 a 40 tonnellate. Le pressioni delle lobby europee degli autotrasportatori, sostenute dai rispettivi governi, ci obbligherebbero ad aprire alla circolazione tutte e quattro le corsie esistenti con la costruzione di un secondo tubo.

Uno studio condotto in Tirolo è giunto alla conclusione che circa 600.000 veicoli pesanti che ora transitano attraverso il Brennero, dovrebbero invece essere trasferiti sull’asse del San Gottardo. Un secondo tubo spalancherebbe le porte a questa e ad altre proposte simili avanzate da tutte le regioni che saggiamente cercano di limitare il passaggio dei mezzi pesanti nella loro regione. Solo parte dei politici ticinesi sembrano non rendersi conto del pericolo nella costruzione di un secondo tubo.

Per concludere, qualche parola sul Canton Ticino e la salute:

I rapporti sulla qualità dell’aria in Ticino riferiscono da qualche anno dei miglioramenti. In realtà, il sud del Ticino e il Mendrisiotto in particolare, continuano ad avere valori elevatissimi di inquinanti atmosferici, nettamente al di sopra delle medie nazionali. Un solo esempio: a Chiasso nei mesi di gennaio e febbraio 2012 per ben quarantadue giorni le medie giornaliere per le polveri sottili hanno superato il limite fissato dall’Ordinanza Federale sull’inquinamento atmosferico.

Le polveri sottili che la popolazione respira devono essere ridotte ai minimi termini in quanto sono causa di patologie importanti e frequenti. La letteratura medica al proposito è assai imponente e convincente: le polveri sottili aumentano le crisi asmatiche, le bronchiti nei bambini, le esacerbazioni della bronchite cronica, i tumori broncopolmonari, gli infarti cardiaci, le aritmie cardiache, l’ipertensione arteriosa, l’ictus cerebrale, e si sospetta anche causino ritardi di crescita intrauterina e demenze senili. E questa lista tende ad allungarsi.

E dunque:

Il trasporto su rotaia rimarrà anche in futuro la via di gran lunga più pulita e ecologicamente sopportabile. Vale quindi la pena continuare a lottare per l’articolo sulla protezione delle Alpi e la politica del trasferimento delle merci!